MILANO – È una Lombardia che sembra guardare al passato più che al futuro quella che viaggia con il nuovo orario ferroviario di Trenord entrato in vigore il 9 dicembre. Oltre 150 treni soppressi e/o sostituiti con bus, investimenti al palo e materiale rotabile vetusto: il 46% dei convogli ha infatti più di 32 anni, come segnala lo stesso comunicato di Trenord. Tutto ciò nonostante il notevole aumento tariffario (+ 30% dal 2010) che, unitamente all’aumento del numero di viaggiatori (oltre 750.000 nei giorni feriali del 2017, +7% rispetto al 2014), avrebbe dovuto portare ossigeno alla qualità del servizio ferroviario. Invece sulle linee e negli orari del trasporto pendolare la resistenza umana dei viaggiatori viene ancora messa a dura prova. E non è certo credibile l’annuncio di una maggior regolarità che Trenord annuncia, senza troppe perifrasi, come obiettivo da conseguire a spese di impietosi tagli alle corse e ai collegamenti.
Sono diciotto le linee soggette a modifiche con il nuovo orario. Preoccupante il fatto che si siano soppresse stazioni e ridotto le corse su linee da domanda debole ma essenziale, anche per gli studenti, come accaduto sulla Saronno-Seregno-Albairate. Così come è profondamente negativa la riduzione della frequenza negli orari più critici o nei giorni festivi e la sostituzione di oltre 80 corse con i bus, soprattutto in orari notturni o festivi.
Nel lungo elenco di modifiche ci sono solo soppressioni e perdite. Nessun nuovo servizio o miglioramento offerto sulle linee più critiche e in cui le proteste dei pendolari sono più vibranti, se non la promessa di una davvero improbabile ‘regolarizzazione’. Un quadro ancora amaro segnalato dalla campagna Pendolaria di Legambiente che fotografa lo stato di salute della mobilità ferroviaria in Italia facendo risuonare un nuovo campanello d’allarme ed evidenziando anche il grave ritardo negli investimenti necessari ad aggiornare l’infrastruttura ferroviaria della Lombardia: al palo quelli urgenti su linee ferroviarie anacronistiche, non ancora elettrificate o a binario unico, come quella che collega Vigevano e Abbiategrasso con Milano.
“In un momento in cui si sta discutendo di come rendere concreti gli impegni per limitare le emissioni in atmosfera a causa del cambiamento climatico, la Lombardia taglia le corse dei treni e sposta i passeggeri su bus: un controsenso – esclama Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Sappiamo che ormai la capacità della rete ferroviaria lombarda è al limite, ma ancora una volta sono le fasce più fragili della popolazione e i territori più deboli a rimetterci, a partire da chi, per scelta o per necessità, come nel caso degli studenti, non dispone di automobile. Regione Lombardia aumenti i finanziamenti al trasporto pubblico. Il futuro della nostra regione passa anche attraverso una seria riqualificazione del trasporto collettivo in cui la ferrovia ha un ruolo fondamentale per evitare di appesantire di nuovo asfalto il territorio”.
Per questo appare ancora più urgente procedere con alcuni investimenti che non solo permettano di mantenere il livello di servizio su Milano ma aumentino l’offerta fuori dai poli attrattori della grande città. Per Legambiente è urgente trovare una soluzione per la linea Brescia-Parma e la Brescia-Casalmaggiore, ancora non elettrificate. Così come provvedere al raddoppio della Albairate-Mortara per spostare su ferro molti pendolari di Abbiategrasso e Vigevano che scelgono l’automobile su strade congestionate piuttosto che affrontare viaggi incerti sull’anacronisitica ferrovia che collega le due città a Milano. Investimenti da mettere in campo ma per i quali, al momento, non sono previste coperture.
“Continuare a optare per la costruzione di nuove strade senza trovare risorse per il trasporto ferroviario è sbagliato e non mette al Lombardia in condizione di vantaggio competitivo rispetto ad altre Regioni Europee, paragonabili per livello di sviluppo e densità demografica – conclude Barbara Meggetto – Non bisogna giocare con beni preziosi come il tempo e la qualità della vita dei lombardi. Scegliere oggi il trasporto collettivo è una delle più grandi innovazioni necessarie per una regione che ha superato i dieci milioni di abitanti, ma li costringe a convivere con lo smog. Togliere traffico dalle strade è una priorità assoluta”.
Di seguito alcune tra le peggiori novità annunciate dalla società ferroviaria con il nuovo orario (si veda nel dettaglio la pagina del sito di Trenord dedicata ai cambiamenti entrati in vigore con il nuovo orario a partire da domenica):
- Linea Seregno-Carnate: cessa di essere operativa, solo servizi sostitutivi bus. Una ferita insanabile, che si aggiunge all’interruzione del collegamento Carnate-Bergamo per la manutenzione del ponte sull’Adda, cancellando di fatto l’atteso collegamento ferroviario pedemontano da Malpensa a Bergamo, di cui le due tratte sono segmenti essenziali
- Linea Iseo-Rovato: cessa di essere operativa la linea, mai realmente rilanciata, che con un diverso programma di esercizio avrebbe potuto consentire un collegamento efficace, sia pendolare che turistico, tra Milano, il Sebino e la Valle Camonica
- Linee Milano-Lecco-Sondrio e Milano-Cremona-Mantova: soppressione di corse, sostituite con bus e tagli ai collegamenti serali verso i capoluoghi delle province più periferiche della Lombardia
- Linee Brescia-Cremona e Brescia-Casalmaggiore-Parma: soppressione treni e sostituzione con bus
- Linee Pavia-Stradella, Pavia-Alessandria, Pavia-Vercelli, Pavia-Codogno: soppressione di treni e sostituzione con bus
- Linee suburbane S1, S6, S9 e S11: sconnessione del servizio passante di corse serali e riduzione del servizio festivo