LECCO – E’ approdato in Tribunale ieri, giovedì, il processo a carico di S. Z., 57enne trevigiano che, nel 2010, aveva adescato una giovane residente sulla sponda orientale del lago, minorenne all’epoca dei fatti, attraverso Facebook.

I due si erano conosciuti chattando, ma dietro mentite spoglie. L’uomo, infatti, aveva attirato l’attenzione della ragazzina spacciandosi per un coetaneo. Da lì le continue telefonate e le notti passate a scambiarsi messaggi e fotografie osè, fino al giorno dell’incontro, che avviene a Milano. Lì, la ragazzina si accorge che, dietro quell’immagine di giovane aitante del profilo sul social network, altro non c’era che un quasi sessantenne. Quindi, la fuga.

Da quel momento, però, sono iniziati i ricatti e, per vergogna, la ragazzina ha sempre ceduto, pur di non confessare la vicenda ai suoi genitori. Spesso, raggiungendo l’uomo in Veneto in una sorta di fuitina. Fino a quando, una sera, mentre la coppia era appartata a Lecco, è stata fermata dai Carabinieri. Il trevigiano, che ha dapprima tentato la fuga, è poi stato fermato dagli agenti e, dopo che la famiglia della sedicenne è stata informata dei fatti, è scattata la denuncia, con una serie di perquisizioni sul pc dell’uomo, nel quale è stato rinvenuto parecchio materiale pedopornografico.

Ieri, nel Tribunale di Lecco, si è ripercorsa l’intera vicenda, davanti al collegio presieduto da
Enrico Manzi con a latere Salvatore Catalano e Gian Marco De Vincenzi. A ricadere sull’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Rivetti, l’accusa di sottrazione consensuale di minore e violenza sessuale. Al termine, il processo è stato riaggiornato al 24 settembre.

Cristina Denti