L’Italia ha scoperto l’Oman, non si tratta di un reflusso del nostro glorioso passato da naviganti scopritori, bensì di una più attuale ondata di turismo che ci ha portati sulla sponda sud-orientale della penisola araba. Lo dicono i numeri: +131,2% di affluenza rispetto al 2017 (considerando solo il confronto dei primi trimestri), l’Italia si afferma come terzo mercato europeo in riferimento al turismo omanita, dietro a Germania e Regno Unito.
I dati sono stati diffusi dal ministero del turismo omanita che può dirsi assai soddisfatto dei risultati che sta raccogliendo il settore, se infatti allarghiamo lo sguardo al trend mondiale vediamo che il turismo del paese, sempre in riferimento ai primi 3 mesi del 2018, è cresciuto del +41,2%, in numeri assoluti stiamo parlando di mezzo milione e più di turisti che si sono recati in Oman nel periodo di rilevazione.
I tour operator scommettono sull’Oman
Qual è il segreto di questa impressionante accelerazione? Questo è il commento di Massimo Tocchetti, Rappresentante per l’Italia dell’Ufficio del Turismo del Sultanato dell’Oman:
“Prosegue il trend positivo del mercato italiano nel Sultanato dell’Oman: dopo un 2017 da record, con un incremento del 35,3%, gli arrivi di nostri connazionali aumentano a doppia cifra nel primo trimestre dell’anno in corso. Questa crescita è il risultato di una strategia a più livelli, finalizzata a promuovere la destinazione verso la clientela leisure individuale e verso i gruppi di medio/alto profilo culturale”.
Collegamenti aeroportuali e viaggi organizzati. Sul secondo punto va data nota di merito ai tour operator nostrani che hanno creato una fitta rete di possibili itinerari, dalla capitale Muscat alle meno battute Nizwa e Ibra, passando per deserti, montagne, oasi, spiagge e acque turchesi. Ce n’è letteralmente per tutti i gusti. La premessa fondamentale però è che l’Oman è uno dei paesi mediorientali più sicuri e aperti all’occidente, in virtù di questo vive oggi un’affermazione le cui basi furono gettate negli anni ‘70 quando il sultano Qaboos decise di abbandonare l’isolazionismo nel quale ristagnava il paese e rinfoltire la rete di relazioni internazionali per accompagnare il paese verso il progresso socio-economico. Oggi possiamo dire senza dubbio che l’Oman è completamente sbocciato grazie a questa operazione.
Cultura, sicurezza, trasporti: la ricetta dell’Oman
Queste però sono le radici storiche di questo successo, oggi la ricetta dell’Oman è un mix a base di cultura-sicurezza-trasporti. Le bellezze paesaggistiche del paese si intrecciano ad una cultura millenaria che affonda le sue radici fino alle prime civiltà sumere, una magnificenza di natura e storia condivisa con gli altri paesi della penisola, l’Oman però aggiunge dei livelli di sicurezza talmente alti da non essere passati inosservati a chi sceglie una meta di viaggio esotica. Nell’annuale dossier del World Economic Forum titolato “The Travel and Tourism Competitiveness Report” alla voce sicurezza l’Oman risulta quarto dietro Finlandia, Emirati Arabi (che confinano a nord-est con il paese) e l’Islanda. Una posizione di leadership destinata a durare nel tempo e portare un ottimo ritorno in termini di prenotazioni.
Al resto, come sottolineava anche Tocchetti, hanno pensato i nuovi collegamenti aeroportuali che hanno reso il paese molto più connesso e raggiungibile. Innanzitutto l’inaugurazione del nuovo aeroporto della capitale Muscat apre un nuovo capitolo in virtù di un’avveniristica struttura da 335mila metri quadrati, 6mila solo per l’area duty free, due gate principali e 40 finger per il collegamento tra velivoli e aerostazione. Il tutto mentre intorno cresce una rete di alberghi sia turistici che perfetti per ospitare meeting e conferenze. L’obiettivo è quello di far divenire Muscat uno dei 20 migliori scali del mondo entro il 2020. Nuove tratte fanno spola dall’Italia (e da tutta Europa) all’Oman, contestualmente cresce l’operatività della compagnia di bandiera Oman Air già “migliore compagnia mediorientale (per le categorie Business ed Economy)” agli ultimi World Travel Awards. Non ci sono più scuse per non visitare il paese, anzi, un ulteriore sprono lo lanciano i tour operator: “partite ora, prima che il turismo di massa disperda un po’ la magia del Sultanato”.