VARENNA – La Corte di Appello di Milano, con sentenza datata 25 marzo 2015, ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Lecco il 4 maggio 2012, con cui il Sindaco Carlo Molteni è stato a suo tempo condannato per il reato di molteniomissione di atti di ufficio in relazione ad una lista di nomi di cittadini residenti, richiedenti la prenotazione di 50 posti auto riservati ai varennesi nell’allora costruendo parcheggio di Viale Polvani.

“La vicenda processuale, che prese il via dal ragionevole sospetto di possibile disparità di trattamento operata a vantaggio di alcuni cittadini a scapito di altri, attiene all’omessa risposta alle istanze presentate il 24 maggio 2008 e il 13 giugno 2008 dall’allora Consigliere Comunale Antonio Bonati, quale Capogruppo del Gruppo Consiliare Varenna Isola Nuova, da lui formato con il Consigliere Nives Balbi – è il commento dei Consiglieri di Vivere Varenna – Con queste chiedeva di prendere visione della lista depositata presso gli Uffici Comunali, portante un elenco di persone che, a quanto si andava dicendo in paese, avrebbero comunicato preventivamente i loro nominativi al fine di prenotare la futura assegnazione dei posti auto riservati dal bando di gara ai residenti, all’interno del maxiparcheggio. Il comportamento omissivo del Sindaco fa seguito a precedente presentazione di formale interrogazione sull’argomento depositata il 2 febbraio 2008, da un altro Consigliere di Minoranza, Giorgio Lanfranconi, e di richiesta formulata il 15 marzo 2008 dal Consigliere Balbi. Istanza quest’ultima alla quale il Sindaco ebbe laconicamente a rispondere che l’elenco era stato da lui secretato”.

giuseppe dajelli“Le mancate risposte e la mancata produzione di documenti richiesti nell’esercizio del nostro mandato, sono, purtroppo, comportamenti che caratterizzano costantemente questa Amministrazione, nei confronti dei quali ci siamo faticosamente opposti in tutti questi anni con ogni strumento a disposizione – proseguono Giuseppe Dajelli, Mauro Manzoni e Nives Balbi -. Conosciamo la strafottenza del Sindaco ed il suo solito tono di sfida. Ma allora, perché non si sfida lui davvero? Visto che si giudicherà innocente e, con ogni probabilità, ricorrerà in Cassazione per mettere in discussione la seconda sentenza di condanna, perché non rinuncia alla prescrizione così da affrontare il giudizio definitivo? Questo sarebbe un comportamento serio”.

Giovanni Conca