VARENNA – Per chiudere le celebrazioni del Giorno della Liberazione, nella serata di giovedì 27 aprile il Comune di Varenna ha organizzato e ospitato, insieme al Gruppo Alpini di Varenna, il concerto del Coro “Fioccorosso” di Monza, presso la chiesa parrocchiale di San Giorgio concessa dalla Parrocchia. Il coro ha proposto alla chiesa gremita canti della Seconda Guerra Mondiale, italiani ed europei, attraverso il racconto delle peregrinazioni di un soldato italiano, Giosuè Denti, impegnato nella campagna di Russia. Un racconto per mostrare gli orrori della guerra, che in ogni epoca rimane uguale a sé stessa per le sofferenze che porta.

FIOCCOROSSO (5)“La Resistenza e la libertà non sono qualcosa che viene da fuori, ma qualcosa che nasce da dentro”, ha detto il sindaco Mauro Manzoni nel suo discorso di apertura al concerto. “Oggi bisogna guardare a quei valori e in particolare nel desiderio di libertà presente in ciascuno di noi per affrontare questo periodo difficile e trovare la forza di cambiare le cose. Vedo un po’ di egoismo, mentre ogni persona dovrebbe chiedersi cosa può fare per la comunità, senza un secondo fine o interessi nascosti.”

“Il 25 aprile è il giorno in cui facciamo nostri i principi lasciati in eredità dai Padri, per ricordarci ora e sempre da dove proveniamo. Ma servono soprattutto per declinarli all’oggi, nella quotidianità di tutti i giorni. Ci servono come fossero uno scudo di etica e di moralità. Ricordare è un bisogno, affinché non ci sia consentito di abbandonarci all’indifferenza, alla perdita di entusiasmo, alla freddezza o al disinteresse verso noi stessi e verso la nostra comunità.”

FIOCCOROSSO (1)“Faccio mie le parole tratte da una lettera di un condannato a morte della resistenza europea, che una mano ignota ha scritto sul muro di una cella di detenzione del carcere di Fresnes, perché diano forza a ciascuno di noi, ogni volta che abbiamo paura, ogni volta che non speriamo più, ogni volta che non siamo pronti a sostenere una giusta battaglia o per rispetto umano o per preservare i nostri privilegi e le nostre comodità:

“Mi hanno messo in catene, ma il mio
cuore è libero di sperare, di credere
in un avvenire radioso di sole.
Là, se domani muoio, slegatemi i piedi.”

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