PERU’ – Abbiamo lasciato Massimo, nella prima tappa del suo viaggio, al racconto dei preparativi. Oggi, il ricordo di quei momenti in cui ha messo piede in Sud America riaffiorano con emozione e anche un pizzico di nostalgia.
“Quando, dopo 11 ore di volo, sono giunto in prossimità della capitale peruviana, erano già le sei di sera e stava calando il buio, dal finestrino dell’aereo ho visto milioni di luci, una distesa pressoché sconfinata di case ed automobili. Infatti Lima è l’unica metropoli peruviana, un agglomerato urbano di 10 milioni di persone; contando che l’intero territorio del Perù ha circa 30 milioni di abitanti, significa che un terzo dei peruviani vive oggi nella capitale, avendo abbandonato i poveri altipiani alla ricerca di una vita migliore.
Lima è una città coloniale, la più europea di tutte le altre località del Paese, ed è pertanto il posto migliore per ambientarsi nel nuovo mondo, anche perché, a dispetto di quanto in molti pensano, si trova sul livello del mare, dal quale è separata da una spettacolare scogliera a strapiombo di circa 100 mt di altezza, che nel corso dei secoli l’ha sempre protetta dagli imponenti tsunami dell’oceano pacifico. Siamo infatti in uno dei Paesi più soggetti a disastrosi terremoti di tutto il pianeta e da ciò si capisce perché lo skyline della città è pressoché piatto, senza alti palazzi e grattacieli.
Il mattino seguente ho lasciato il mio hotel nel quartiere residenziale di Miraflores alle sette, inoltrandomi a piedi in mezzo alla fitta nebbia oceanica mattutina, fino a raggiungere il lungomare. Una bellissima passeggiata fino al centro commerciale Larcomar, costruito proprio all’interno della scogliera, passando dal meraviglioso Parque de l’amor, con i mosaici e le frasi più famose dei poeti di lingua spagnola e l’affascinante scultura El Beso. Avendo la giornata libera, mi sono concesso una visita guidata al centro della città (sconsigliano di girare da soli) con un bus scoperto della Mirabus: poco dopo la partenza, la nebbia si è magicamente dileguata e ho finalmente sentito il caldo abbraccio del Sud America. Il bus mi ha lasciato nella Plaza Mayor, il centro storico della città, dove ho ammirato la stupenda Catedral e il palazzo del Governo con il cambio della guardia. Il tour comprendeva anche la visita alla bellissima chiesa di San Francisco con le sue catacombe ricche di teschi e ossa.
Rientrato a Miraflores, mi sono gustato un piatto di pesce alla griglia sulla scogliera, per poi dirigermi con un taxi al Museo Larco Herrera, situato nella periferia ovest della città. Taxi con tariffe fisse, pulizia delle strade straordinaria, un vigilantes ogni 50 metri, Wi-Fi gratis in tutti i parchi… L’impatto col Perù non è stato affatto traumatico! Ma questo è Miraflores, il quartiere ricco della città. Già dirigendomi al museo, il tassista mi ha spiegato che la città, in realtà, ha ben altri standard e, infatti, allontanandomi da Miraflores, il degrado delle strade e delle case era evidente. E visto lo spiegamento di polizia all’ingresso del Museo, suppongo che anche la delinquenza fosse diffusa nella zona. Il Museo dei reperti precolombiani Larco Herrera è stato molto interessante e mi ha fornito un primo assaggio dell’immensa storia della cultura Incas. Mi sono accordato con il simpatico autista per farmi accompagnare in serata al quartiere bohémien Barranco, a sud di Miraflores, ma essendo lunedì sera i locali erano quasi tutti chiusi e sono rientrato in hotel un po’ deluso!”
Prossima puntata… Paracas.
Massimo Bellingardi