PERLEDO – Finita con successo l’avventura che ha portato da Colico a Budapest, Roberto Pasino il ciclista perledese partito il 5 agosto proprio dalle sponde del Lario e arrivato in terra ungherese a ferragosto.
Roberto ha percorso circa 1350 chilometri in 10 giorni con una sola giornata di pausa. Ci sono state tappe molto dure, soprattutto la prima e la terza causa le condizioni atmosferiche che hanno messo in dura prova il fisico del biker.
Nel suo percorso Roberto ha trovato ogni tipo di clima dai 13° di Innsbruck ai 40 di Gyor, temporali forti in Tirolo e un caldo afoso a Linz, il tutto sopra la sua bicicletta che non l’ha abbandonato mai. Grossi problemi meccanici sul mezzo non ci sono stati tranne un piccolo inconveniente ad un pedale, nessuna foratura e tutto sommato è andato tutto liscio.
Parlando del percorso, Roberto fa un riassunto delle condizioni di piste e strade sulle quali ha transitato. In Italia “ti devi arrangiare perché non esistono segnalazioni sul chilometraggio” spiega il perledese, “in Svizzera le piste sono discretamente organizzate e si può circolare anche sulle strade comuni senza incorrere in grossi pericoli” continua Roberto che parla anche dell’Austria definendola “il paradiso dei ciclisti”.
“In Austria è tutto splendidamente tracciato anche i chilometri precisi a breve e nel lungo in modo da poter avere una proiezione e sapere dove sei e cosa ti aspetta, in Germania invece le piste erano poco segnalate e a volte mi trovavo con la cartina in mano per capire quale direzione prendere”.
Il voto per la Slovacchia è un “bene” mentre per l’Ungheria qualcosa meno, due paesi dove secondo Roberto il sentiero 6 del Danubio viene interpretato a modo loro con dei giri dove il Danubio è completamente assente con scelte non molto giustificabili.
Tra le curiosità del viaggio la pizza 4 stagioni con gamberetti e vongole nella capitale ungherese e la semplicità della gente che si incontra durante il percorso.
Infine Roberto ringrazia la sua compagna Mariagrazia Beretta con la quale ha condiviso gli ultimi 350 chilometri da Vienna a Budapest e dedica un pensiero all’amico Luca, vittima di un tragico incidente proprio mentre Pasino era tra le ciclabili sul Danubio: “Luca, tutta la poesia del fiume Danubio nelle sue acque che corrono lente e senza sosta sono per te che non ci sei più ma che rimani nel nostro pensiero e nei nostri cuori…”
Fernando Manzoni