L’inasprimento delle pene, fino a 4 anni di reclusione, per l’uccisione di animali senza necessità e pesanti sanzioni, fino a 6 anni, per le attività illecite a danno di specie protette.
Queste le richieste dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla in merito ai reati perpetrati ai danni degli animali. “É necessario introdurre la punibilità anche solo della partecipazione a spettacoli che comportano crudeltà o sevizie per gli animali ed estendere la confisca ai casi di condanna con decreto penale – é il commento di Brambilla -, oltre a nuove disposizioni sulla custodia giudiziaria degli animali”.
Queste sono solo alcune delle modifiche al codice penale o alla disciplina collegata previste dalla proposta di legge “Armonizzazione, modifiche e implementazione delle disposizioni sulla repressione e il contrasto dei reati sugli animali” presentata dall’onorevole. “Un vero e proprio contraltare alle iniziative di questo Governo, che ha oggettivamente ridotto, anche sul piano penale, il livello di tutela degli animali”. Una proposta di legge bipartisan, la sua: analogo progetto è stato depositato, infatti, a Palazzo Madama dalla senatrice Monica Cirinnà del Pd.
Il testo, predisposto con il prezioso contributo dell’ufficio legale della Lav, prevede sanzioni penali adeguate alla gravità dei fenomeni criminosi che si intendono contrastare, colma le lacune della legislazione vigente emerse durante un decennio di applicazione pratica e mette il codice in linea con i più recenti trattati internazionali. “Tra le innovazioni più importanti c’é anche l’introduzione di un efficace strumento di contrasto delle organizzazioni criminali che lucrano sul traffico delle specie protette, punito con la reclusione da 2 a a 6 anni e con pesantissime sanzioni pecuniarie”.