“Furbo come una volpe” è un consueto modo di dire che si rifà alla notevole astuzia e intelligenza di quell’animale. Ma non è certo il solo a sapersi ingegnare nella quotidiana lotta per la sopravvivenza.
Ad esempio, le scimmie, per spaccare la noce di cocco e gustarsi la polpa, la lasciano cadere da una grande altezza, così come il gabbiano, che per mangiare il mollusco contenuto in un guscio, scaraventano il tutto contro gli scogli.
Operazione inversa fa invece l’avvoltoio egiziano, che afferra una pietra con il becco e la fa cadere con forza sulle uova di struzzo.
Davvero straordinario l’ingegno dello scimpanzé, che è ghiotto di un certo tipo di formiche. Per pescarle dall’interno di un formicaio, si procura un rametto da un albero, lo libera dalle foglie e dalla corteccia, quindi lo infila in una crepa di quella costruzione. Le formiche, attratte dalla linfa dolciastra, si raccolgono sul rametto. A quel punto, la scimmia lo ritira e, con un colpo di lingua, ingurgita le prede, ripetendo fino a sazietà l’operazione. Al termine, getta via il rametto perché sa già che un legno secco non le attirerebbe più.
Passiamo al picchio giallo delle Galapagos, che va a scovare le prede fra i sassi armandosi di una sorta di spiedino, ottenuto da un legnetto cui affina una estremità a colpi di becco. Quando individua un insetto, cerca di stanarlo, o meglio infilzarlo, sempre tenendo ben saldo il legnetto con il becco.
Concludiamo con il passero giardiniere, che vive in Nuova Guinea e Australia. Costruisce un grande nido a capanna per la femmina occupata a covare, quindi, spinto dai sentimenti, spiana e ripulisce l’ingresso, vi depone sassi colorati intervallati da petali di fiori e bacche variopinte. Addirittura, ogni giorno elimina i petali appassiti, sostituendoli con altri più freschi, e magari aggiunge alla composizione altri sassi o conchiglie.
“Di non solo pane vive l’uomo” si dice, ed evidentemente questa massima vale anche per questa specie di passeri.
Emanuele Tavola